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Settembre 2020

Con sentenza n. 19596 del 7 luglio 2020 (depositata in cancelleria il successivo 18 settembre), le Sezioni Unite della Suprema Corte si sono pronunciate sul tema dell’individuazione della parte (tra opponente o opposto) tenuta a promuovere la procedura di mediazione del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo. Sul punto la giurisprudenza della Corte di Cassazione si era fin ora pronunciata in modo difforme: i) da un lato, alcune pronunce (e, su tutte, la sentenza n. 24629/2015, espressamente citata nella pronuncia in commento) ritengono che, essendo l’opponente il soggetto interessato alla proposizione del giudizio di cognizione, è su di lui che dovrebbe gravare

Con una recente ordinanza (n. 1099 del 20 gennaio 2020) la Corte di Cassazione si è pronunciata sul tema dell’efficacia riflessa della sentenza passata in giudicato resa tra il creditore e uno dei condebitori solidali (v. art. 1306 c.c.). Nel caso di specie, il ricorrente (condebitore in solido condannato, con sentenza passata in giudicato, al pagamento nei confronti del creditore), ha agito in giudizio proponendo azione di regresso nei confronti degli altri coobbligati in solido e chiedendo (invocando l’efficacia riflessa, nel giudizio di regresso, della sentenza resa tra esso ricorrente ed il creditore) il pagamento in suo favore, a titolo di

Con due recenti ordinanze, il Tribunale di Venezia ed il Tribunale di Roma si sono pronunciati in materia di Covid-19 e locazione di immobili ad uso commerciale.  Di seguito un commento alle due ordinanze. Il Tribunale di Venezia, con ordinanza 28 luglio 2020, ha respinto l’istanza di rilascio introdotta dal locatore in ragione della morosità accumulata dal conduttore nel periodo c.d. di lockdown. In primo luogo il Giudice (confermando una linea interpretativa che pare, oramai, ricorrente) osserva che la chiusura dell’attività da marzo a maggio 2020 non integra ipotesi di impossibilità assoluta di godimento dell’immobile ma, piuttosto, di “impossibilità soltanto parziale, dal momento

Con una recente ordinanza (n. 15445 del 21 luglio 2020), la Suprema Corte si è pronunciata sulla fattispecie del c.d. “abuso del processo”. Nel caso di specie, il ricorrente proponeva opposizione tardiva a un decreto ingiuntivo per poi, a fronte del rigetto dell'opposizione da parte del Tribunale, adire direttamente la Suprema Corte. Per tale ragione, quest’ultima rilevava, in primo luogo, l’inammissibilità del ricorso “perché la sentenza era, evidentemente, appellabile, trattandosi di decisione resa in primo grado e non ricorrendo in caso di immediata ricorribilità in Cassazione”. Venendo più nello specifico al tema dell’abuso del processo, l’ordinanza in commento (richiamando anche precedenti recenti