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News

L’AGCM, con Delibera 5 marzo 2024, n. 31088 (pubblicata sul Bollettino n. 10/2024 dell’11 marzo 2024), ha modificato le soglie di fatturato oltre le quali diviene obbligatoria la comunicazione preventiva delle operazioni di concentrazione. In particolare, l’Autorità ha deliberato che a decorrere dall’11 marzo 2024, le soglie di fatturato oltre le quali diviene obbligatoria la comunicazione preventiva delle operazioni di concentrazione sono pari a 567 milioni di euro per il fatturato totale realizzato a livello nazionale dall’insieme delle imprese interessate all’operazione e a 35 milioni di euro per il fatturato totale realizzato individualmente a livello nazionale da almeno due delle imprese interessate. L’incremento del valore delle soglie corrisponde,

Con una recente sentenza (29 giugno 2023, causa C-211/22), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata in materia di accordi verticali di distribuzione, ed in particolare sulla possibilità di configurare in via automatica un danno alla concorrenza (con conseguente condanna dell’impresa) in ipotesi di accordo tra fornitore e distributori per la fissazione di un prezzo di rivendita minimo (cd. “resale price maintenance”). La Corte di Lussemburgo nega l’applicazione automatica, al caso di specie, del principio generale per cui “in ipotesi di oggetto anticoncorrenziale dell’accordo non è necessario indagarne gli effetti”, ritenendo piuttosto che, considerata anche la minor dannosità alla

Con una recente sentenza (n. 28044 del 14 ottobre 2021), la Corte di Cassazione ha affermato alcuni principi in materia di obbligazioni solidali. In particolare, la fattispecie affrontata dalla Corte riguarda la ipotesi di un decreto ingiuntivo emesso nei confronti di più soggetti (condebitori solidali) ed opposto solo da alcuni di essi. In particolare, la questione oggetto del pronunciamento attiene alla verifica circa la ammissibilità della proposizione di opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c. da parte di uno dei condebitori solidali che non aveva interposto opposizione al decreto ingiuntivo. Nel caso di specie vi erano tre condebitori, due dei quali (dopo aver

Con una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 5423 del 18 febbraio 2022), è stata esaminata in sede di legittimità la questione riguardante la possibilità di ritenere vessatoria la clausola - contenuta in un contratto autonomo di garanzia nel quale il ruolo del garante è stato assunto da un consumatore - in forza della quale al garante è esclusa la facoltà di proporre le eccezioni relative all’inadempimento del rapporto garantito da parte del debitore principale.   Gli ermellini, dopo aver ribadito che, in via generale, con riferimento alla qualificazione di un rapporto di garanzia quale contratto autonomo di garanzia, assume prioritario

Con una recente sentenza (n. 29506 del 24 dicembre 2020) la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza sul regime impositivo del patto di famiglia ex art. 768 bis ss. c.c..  Nel caso di specie, parte attrice ha impugnato la sentenza pronunciata dalla CTR dell’Abruzzo, ritenendo principalmente che, tra gli altri motivi, la CTR non avesse correttamente considerato, ai fini fiscali, “la causa unitaria del patto o comunque il collegamento funzionale tra le attribuzioni ivi effettuate, che impongono un unico trattamento fiscale”. I giudici di legittimità hanno accolto il ricorso, ritenendo che “Sul piano dell’imposizione […] al patto di famiglia si

Con la sentenza del 3 giugno 2019 n. 3888 (depositata il 17 febbraio 2020) la Corte di Cassazione ha enucleato gli elementi che consentono di distinguere tra contratto di locazione immobiliare e contratto di affitto d’azienda. Distinzione che, come noto, ha particolare rilievo anche in punto di disciplina applicabile alle due tipologie di rapporto. La fattispecie concreta all’esame della Suprema Corte afferiva, in particolare, ad un contratto di locazione di uno “spazio” all’interno di un centro commerciale. La Corte, partendo dal pacifico principio secondo cui il “nomen iuris dato dalle parti al loro accordo non è affatto, e pare ovvio, vincolante nella

Con una recente Sentenza, la Corte di Cassazione (n. 17596 del 21 agosto 2020) ha fatto chiarezza sulla natura e gli effetti giuridici dell’accollo, sia interno che esterno. Nello specifico, i giudici di legittimità, dopo aver definito le caratteristiche dell’accollo ex art. 1273 c.c., hanno ribadito che il creditore non assume mai la qualità di parte del contratto, il quale si conclude solo tra debitore originario (accollato) e nuovo debitore (accollante). Di conseguenza, è solo con l’adesione all’accordo che il creditore rende irrevocabile la stipulazione a suo favore e acquista il diritto di rivolgersi, per l’adempimento, direttamente all’accollante, determinando il

Con una recente Ordinanza, la Corte di Cassazione (n. 29325 del 22 dicembre 2020), ha stabilito il principio di diritto secondo cui l’organo amministrativo non può arbitrariamente appostare in bilancio le dazioni di denaro eseguite dai soci in favore della società, né tantomeno mutare la relativa voce successivamente all’iscrizione originaria, dovendo quest’ultima necessariamente rispecchiare l’effettiva natura nonché la causa concreta delle dazioni stesse. Nella summenzionata pronuncia, gli ermellini, dopo aver censito le varie fattispecie di apporti di capitale effettuati dai soci senza intervenire sul capitale, hanno tracciato le regole da seguire nella qualificazione, anche bilancistica, dei medesimi, stabilendo come sia necessario

Con una recente ordinanza (n. 13220 del 26 gennaio 2021, depositata il successivo 17 maggio) la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della prova e quantificazione del danno ascrivibile alla mala gestio degli amministratori.   La Corte ha cassato con rinvio una pronuncia d’appello, con la quale – ai fini della quantificazione del danno – era stata fatta applicazione di criteri equitativi. Gli ermellini, dopo aver richiamato i principi sanciti con sentenza a S.U. n. 9100/2015 [la quale aveva chiarito che “nell'azione di responsabilità promossa dal curatore a norma della L.Fall., art. 146, comma 2, la mancata (o irregolare) tenuta delle scritture